giovedì 8 novembre 2012

Un esempio per noi e i nostri politici

Due giorni fa Barack Obama è stato confermato alla presidenza degli USA per i prossimi 4 anni. Poco dopo la conferma ufficiale, si è presentato per pronunciare il suo discorso, ove ha trattato dei vari temi politici, sociali ed economici che dovrà affrontare prossimamente. Interessanti i suoi continui richiami alla solidarietà e ai diritti di tutte le persone, ma è veramente notevole che verso la fine del discorso Obama, per sottolineare il fatto che tutti i cittadini statunitensi possono e devono partecipare attivamente al bene degli USA , elenca retoricamente alcune 'categorie' di persone e tra queste esplicita “... able, disabled ....” ovvero “persone normalmente abili o con disabilità”. Mi piacerebbe essere smentito ma non solo non ricordo in passato, ma ritengo estremamente difficile immaginare che in importanti occasioni istituzionali non specificatamente dedicate al tema della disabilità, un politico italiano nomini spontaneamente tra gli attori efficaci per il bene del nostro Paese le persone con disabilità. Normalmente le persone con disabilità vengono citate in termini se va bene assistenzialistici, o peggio pietistici, se non addirittura vergognosamente errati come ad esempio fattore negativo per il bilancio della spesa pubblica. E' necessario recuperare lo spirito della nostra legislazione, prima tra tutte la Costituzione, che in diverse parti sottolinea la piena uguaglianza di tutte le persone: legislazione spesso ottima ma ancor più spesso disattesa tanto da far frequentemente impegnare alle persone con disabilità e loro famiglie tempo e risorse in azioni legali solo per ribadire diritti chiaramente espressi nelle nostre leggi. E' necessario eliminare tutte le barriere, in primo luogo quelle culturali radicate in troppe persone ad ogni livello, che impediscono a tutte le persone di poter percorrere con gratificazione ogni percorso di vita, scolastico e lavorativo contribuendo non solo al benessere della persona ma a quello di tutti, sia coloro che 'lavorano' insieme (infatti sono sempre da più parti sottolineati i benefici in termini di efficienza complessiva dei gruppi di lavoro in cui è presente una persona con disabilità accompagnata da un adeguato progetto di inclusione, discorso analogo vale per le classi scolastiche) sia a tutto il Paese grazie anche al ritorno con le tasse e contributi del lavoratore dell'investimento, sempre necessario, per un corretto progetto di vita. Per rimanere sul tema costi, tanto caro ai nostri governanti, non dimentichiamo che progetti di vita adulta autonoma o semi autonoma, quindi in contesti non altamente controllati o clinicizzati, frutto di un necessario corretto percorso di educazione all'autonomia in cui istituzioni e associazioni locali possono e devono collaborare, contribuiscono a diminuire i 'costi' complessivi della gestione delle persone con disabilità (oltre che, e per me è assai più importante, costituire un tassello importante per completare soddisfacentemente la vita delle persone con disabilità e i loro famigliari). Appartengo ad una generazione in cui spesso si ripeteva che gli Stati Uniti d'America sono avanti 10 anni in diversi ambiti, dopo quest'ultimo discorso di Obama temo che sia vero, e spero siano solo 10 anni.

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