martedì 3 dicembre 2019

Inclusione o esclusione

Il 3 dicembre, che si sta concludendo in questi minuti, è stata la Giornata internazionale dalle Persone con disabilità. Bene. E’ giusto che ci sia un momento per riflettere e fare il punto della situazione in merito alle condizioni in cui vivono milioni di persone nel mondo. Bene, ma… ma il fatto stesso della giornata sottointende una separazione, una separazione tra le Persone “senza” e “con” disabilità: e questa è una contraddizione. L’avere una particolare condizione di salute – fisica, sensoriale, intellettiva, psichica, comportamentale, relazionale etc – permanente o temporanea, congenita o per eventi successivi alla nascita non ri-definisce un essere umano: certamente lo caratterizza, anche notevolmente, ma è e rimane Persona assolutamente pari a tutte le Persone nel mondo. Ognuno nella sua vita può ricadere nella definizione di Persona con disabilità, in particolare se prendiamo la definizione corrente di disabilità come la distanza tra la condizione di salute di una persona e l’ambiente in cui vive. Per assurdo non è che chi sia in stato di incoscienza per una operazione chirurgica o anche solo perchè addormentato smettte di essere Persona, o lo stesso per chi è su sedia a rotelle o usa le stampelle per una frattura, o immobilizzato a letto per una malattia. Pensiamo ai neonati e alle persone anziane: nonostante gli uni non abbiano ancora sviluppato competenze o sia già iniziato il declino delle proprie per gli altri in entrambi i casi sono a pieno titolo Persone degne di attenzione e con la propria dignità. Parliamo di inclusione, giustamente e purtroppo spesso senza le necessarie azioni, ma la vera inclusione è smettere di sottolineare le apparenti difformità da un presunto standard, oppure di nascondere le particolarità di ogni Persona. La vera inclusione sarà quando si smetterà di categorizzare le Persone, sarà quando chiunque, di ogni ceto o provenienza o condizione di salute o fase della vita, sarà considerato semplicemente Persona, come tale unico e insostituibile – al contrario delle presunte regole lavorative – e come tale da rispettare, sostenere e per quanto serve supportare socialmente e istituzionalmente senza preclusioni o pregiudizi per tutto ciò che è e potrà essere.