giovedì 7 luglio 2011

Il vero investimento

In Italia ci sono alcune Eccellenze.

Molte di esse sono spesso richiamate e sottolineate laddove sia necessario rimarcare il prestigio e i risultati raggiunti nei relativi campi dal nostro Paese.

Per arrivare all'eccellenza sono necessari tempo, risorse, l'intuizione e l'impegno di persone di buona volontà e capacità che, ciascuno nel suo ruolo, contribuiscono al lavoro complessivo.

Le persone di buona volontà, o se vogliamo motivazione, e capacità sono a loro volta il frutto del lavoro congiunto della loro propria famiglia, dell'ambiente sociale frequentato, dei propri convincimenti e in buona parte della Scuola.

Scuola con la S maiuscola, ovvero quell'insieme di insegnanti, compagni, studio, strutture e istituzioni che dall'asilo nido ai Master post universitari – per comprenderne solo alcuni estremi nella linea temporale– contribuiscono alla formazione culturale, professionale, umana, civile della persona.

Per una Nazione moderna e democratica, per l'Italia in particolare, è un dovere prioritario contribuire al massimo delle possibilità che la Scuola sia ben funzionante.

Ben funzionante significa che a tutte le persone, di ogni posizione sociale, potere economico, luogo di residenza sia garantito il diritto di ricevere tutte le attenzioni che la Scuola, quella con la S maiuscola, deve fornire.

Significa, in altre parole, che chiunque possa raggiungere la piena realizzazione in termini scolastici, ovvero di competenze didattiche, culturali, civili con la garanzia che le modalità, competenze ed attenzioni ricevute siano le stesse indipendentemente dell'Istituto scolastico frequentato.

Significa che ogni Istituto scolastico di ogni ordine e grado, ovunque abbia sede, che sia pubblico o privato, di ogni dimensione deve dare ai propri studenti la certezza che la scelta se frequentare questo o quell'Istituto sia esclusivamente una questione legata a fattori indipendenti da tutto ciò che riguarda la qualità didattica e l'attenzione alla persona.

Attenzione alla persona significa che tutti gli studenti siano seguiti ed accompagnati verso la loro realizzazione sia che questa possa raggiungere alti risultati, per indole e potenzialità dello studente, sia che i risultati oggettivamente raggiunti siano inferiori alla media, rimanendo sempre nell'ottica di piena realizzazione della persona rispetto alle sue potenzialità nel presente e per il futuro suo e dell'intera società: ogni Istituto scolastico deve accogliere e accompagnare tutti, ciascuno con le sue esigenze.

Questo significa tra l'altro, che ogni docente sia innanzitutto una persona che sa insegnare, e non solo che sa, in quanto solo relazionandosi in modo adeguato con ogni singolo studente tutta la classe camminerà bene.

Sapere insegnare significa ovviamente, lo si dovrebbe dare per scontato, possedere adeguatamente le materie di propria competenza, ma soprattutto possedere la capacità di relazionarsi con i propri studenti: adeguare modalità e contenuto dell'insegnamento a tutta la classe, anche in presenza di persone con esigenze speciali.

Tornando ai principii sopra richiamati: tutti hanno il diritto alla piena realizzazione.

Anche le persone con disabilità, o con esigenze speciali.

Ci sono tante eccellenze in Italia, dicevamo, e di molte siamo tutti orgogliosi.
In un campo in particolare l'eccellenza italiana è oggetto di attenzione e studio da parte di tutto il mondo per i risultati raggiunti negli ultimi decenni e in particolare per l'alta qualità e valore della legislazione a riguardo: l'inclusione scolastica delle persone con disabilità.

Le leggi 517/77, 104/92 ed altre definiscono un quadro normativo in cui la persona con disabilità non è vista come un problema che deve essere purtroppo affrontato dalla scuola, oltre che dalla società intera, se proprio non può fare altrimenti ma come una persona che insieme a tutte le altre persone fa parte della società stessa e che non deve essere esclusa del percorso scolastico – né ovviamente dalla società - come purtroppo alcuni, in modo preconcetto e male informati su ogni studio a riguardo, pretenderebbero temendo che possano essere una “zavorra” che rallenta la crescita e lo sviluppo della classe.

Tali leggi prevedono che tutta l'Istituzione Scolastica sia pronta ad accogliere le persone con disabilità, dalla struttura alla dirigenza agli insegnanti agli ausiliari, prevedendo strumenti adeguati per meglio agire.

Gli strumenti sono di tipo documentale (PDF, PEI etc) e coordinamento, di tipo tecnico (dotazioni mediche/sanitarie o strumenti tecnologici particolari), personale di ausilio igienico/sanitario o di tipo didattico/educativo.

Questi ultimi, i cosiddetti Insegnanti di Sostegno, hanno un ruolo importante per tutta la classe: servono a garantire che tutto il corpo insegnante della classe possa dedicarsi a tutti, ivi compreso la persona con disabilità, sapendo che per il fabbisogno di risorse necessario alla classe in primis e anche alla persona con disabilità si potrà contare sull'insegnante di sostegno che è contitolare su tutta la classe.

L'insegnante di sostegno è una grande risorsa per tutta la classe, oltretutto spesso è dotato di quella sensibilità educativa e relazionale utile a gestire le specificità e 'diversità' innate all'interno di ogni gruppo classe con giovamento per tutti.

L'educazione di tutta la classe è affidata a tutto il corpo docente che deve quindi essere formato sulle diverse necessità didattico/educative del gruppo classe, in loro affiancamento l'insegnante di sostegno porterà il valore aggiunto di una specializzazione maggiore per gestire particolari situazioni e il contributo su tutta la classe.

Non dimentichiamo inoltre il contributo positivo più volte sottolineato da studi ed esperienze pratiche che la presenza di Persone con disabilità apporta a tutto il gruppo classe, che si favorirà grazie ad una attenzione e apertura alle esigenze del prossimo e beneficerà esso stesso degli strumenti didattico/educativi applicati per l'inclusione.


Considerazioni Pratiche e Contingenti

Le cosiddette eccellenze devono essere proprie di ogni Istituto scolastico, pubblico o privato, lasciando la libertà di scelta sul tipo di Istituto sulla base di legittime considerazioni sociali, culturali, religiose, economiche non direttamente legate alla qualità del percorso didattico/educativo.

Gli Istituti pubblici devono essere in grado di seguire adeguatamente ogni persona, dalla più promettente che può essere accompagnata in percorsi didattici ad alto livello come la più necessitante di attenzioni (bisogni educativi speciali, persona con disabilità o di lingua o cultura d'origine differente) per poter comunque partecipare soddisfacentemente per lei e per tutti alla vita scolastica intera.

Gli Istituti privati devono essere in grado di erogare la propria offerta a persone che lo desiderino con ogni esigenza educativa, senza eccezioni.

È controproducente nell'immediato e nel lungo temine la creazione, reale o nascosta, di veri e propri 'ghetti' (o 'poli' come spesso vengono presentati) di “eccellenza formativa” (tipicamente accentrati in alcuni Istituti scolastici privati), di “accoglienza ai disabili” (tipicamente in alcuni Istituti che riprendono lo spirito delle ex Scuole Speciali) e “di popolo comune” (tipicamente nella maggioranza degli Istituti pubblici).

L'attenzione alla persona, in ogni Istituto scolastico di ogni ordine e grado, pubblico e privato, comporta che nel percorso formativo per gli insegnanti devono aumentare considerevolmente, nell'ordine di decine di ore annue, i crediti formativi richiesti obbligatoriamente sulla didattica “normale” e “speciale” proponendo loro validi percorsi per aumentare le competenze didattico/relazionali. Analogamente è importante rafforzare la formazione richiesta agli Insegnanti di Sostegno per una efficacia migliore della loro operato.

Solo a partire da questo considerevole investimento formativo, e dopo il suo consolidamento negli anni, sarà possibile pensare alla 'razionalizzazione' dell'utilizzo degli Insegnanti di sostegno accostandosi ad un approccio analogo a quanto recentemente pubblicato da studi a riguardo che sottolineano la necessaria riduzione delle risorse dedicate al sostegno e per questo abbracciati da chi si occupa di bilanci statali. Come detto, già nella legislazione attuale questo è evidente e ne è alla base: l'inclusione scolastica prevede che tutta la Scuola (dal Ministro dell'Istruzione, ai dirigenti regionali e provinciali, ai dirigenti scolastici, gli insegnanti e personale ausiliario dei singoli istituti) sia coinvolta e preparata ad accogliere tutti, non è solo una questione di quante ore di sostegno siano dedicate. Ma la sola riduzione delle risorse al sostegno – già ora ampiamente sotto le necessità complessive - è assolutamente negativa se prima non si è investito nella formazione corretta di tutto il comparto scolastico.

La costituzione prima e l'attuale previsto rafforzamento delle Commissioni per la valutazione del grado di disabilità relativamente alla scuola, poco favorevoli alla dignità della persona, potrebbero essere sostituite da valutazioni in corso di vita, effettuate nel tempo da specialisti accreditati – preferibilmente da chi già segue le stesse persone per limitare le visite di “controllo e valutazione” - e dalla stessa Scuola, sempre insieme alla famiglia, per la costruzione di percorsi costruttivi in sintonia con le caratteristiche della persona stessa. Tutto questo nell'ottica di seguire le persone e dare a tutti ciò che serve e non di trovare modalità per limitare voci di spesa pubblica.

Le valutazioni sulla qualità della Scuola Italiana dovrebbero essere fatte tenendo in conto di tutti gli studenti ciascuno nelle condizioni di operare al meglio secondo le proprie caratteristiche. Quindi pieno accesso alle attuali prove Invalsi a tutti gli studenti, anche con disabilità, e ciascuno con tutti gli ausilii tecnologici, medico/sanitari o di risorse umane di sostegno atte a garantire che chiunque possa esprimersi come può e deve. Siamo tutti nella Scuola e ogni valutazione deve tenere in conto di tutti senza discriminazioni.

Non sarebbe necessario richiamare che ogni taglio alle risorse o altre disposizioni che precludano la piena e totale inclusione di ogni persona in ogni percorso scolastico e sociale, oltre che discriminante è tra l'altro illegale e anticostituzionale (è utile richiamare la Dichiarazione Universale dei Diritti dell'uomo, la Convenzione dei Diritti dell'Infanzia e la Convenzione delle Persone con disabilità emanate dall'ONU e che sono ratificate come Leggi dello Stato italiano, e la Costituzione Italiana in particolare agli art. 3, 4 e 34)


Conclusioni

E' necessario sostenere con ogni risorsa, anche in tempo di crisi economica quale quella che stiamo vivendo, la piena funzione della Scuola Italiana (con la S maiuscola). Solo in questo modo potremo avere qualche speranza che insieme si lavori per crescere insieme.

In Italia ci sono alcune eccellenze, di quasi tutte siamo orgogliosi, ma una, l'inclusione scolastica delle Persone con disabilità, la stiamo uccidendo. E con essa uccidiamo la dignità delle Persone e la libertà di essere cittadini attivi e consapevoli.

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